Articolo su Commemorazione Olbicella
Camagna. Doppio appuntamento per la sezione ANPI di Camagna, in doppia delegazione a Villadeati, in rappresentanza anche del Provinciale, in ricordo dell’eccidio di don Camurati e dei nove capifamiglia e l’eccidio di Olbicella di Molare (nell’ovadese).
Questa seconda ha visto la presenza di una folta delegazione dal paesino monferrino, capeggiata dal Presidente Luigi Sanlorenzo e dal Vicepresidente Luca Beccaria.
Dopo il tradizionale corteo a Molare per ricordare il Partigiano Michele Bonaria “Lajla”, la celebrazione è proseguita a Olbiciella dove si è tenuta la S. Messa in memoria dei Caduti, officiata dal sacerdote Don Piero Armano dell’Associazione Memoria della Benedicta.
Ha poi portato il saluto il Sindaco di Molare, Gianmarco Bisio.
Particolarmente toccante è stato poi l’intervento del Partigiano Mario Ghiglione, detto “Aria”, testimone diretto di quegli avvenimenti, che ha descritto con una lucidità ed un realismo palpabili le sensazioni e le paure di quei momenti: l’attacco nazifascista intorno alle cinque di mattina del 10 ottobre, la cattura di sette partigiani, fra cui l’eroico ovadese Giovanni Villa detto “Pancho”, la prigionia nella piccola chiesetta del paese e infine la morte per impiccagione e lo sfregio dei cadaveri da parte dei nazifascisti.
Hanno poi portato il saluto il Presidente del Sacrario di Piancastagna Sen. Adriano Icardi, il Presidente provinciale dell’A.N.P.I. di Alessandria, Pasquale Cinefra e Salvatore Mantelli, a nome del Comitato di Zona dell’Ovadese.
È stata poi la volta dell’oratore ufficiale, ruolo svolto dal Presidente della Provincia, Paolo Filippi, che ha toccato aspetti di attualità come la crisi economica, che non deve scaricare le colpe sull’euro e sull’importanza di dare maggiore attuazione alla nostra Carta costituzionale, frutto del sacrificio dei nostri padri.
Importante, in particolare, il passaggio sulla recente dipartita di Erich Priebke, il criminale nazista delle Fosse Ardeatine, quello che, a detta delle autorità argentine che ne hanno rifiutato il corpo, “offende la dignità umana”, in cui si confidava in un contrappasso costituito dalla ripetizione, per altre 334 volte, della propria morte.